Ho sassolino nella scarpa…


Prendo spunto da un articolo letto su un blog che si occupa di Sardegna, di nuove idee e nuove proposte per promuovere il territorio. Prendo spunto da qui, perchè proprio qui mi ritrovo nella perplessità di chi scrive, di chi cerca di capire in che modo noi sardi tentiamo di promuovere la nostra regione.

Scopro che Sardegna Turismo, sito per altro ben fatto, realizza una Guida turistica ufficiale della Regione Sardegna dal titolo Visit Sardinia.
Qui compaiono immediatamente splendide foto che raffigurano le bellezze dell’isola, con tanto di etichette rosse che riportano: “hotel a partire da 25 €”, “Camping a partire da 8 €” e via dicendo.
Incuriosita faccio il mio click con l’idea di trovare hotel + offerta + prenota subito.

Invece mi ritrovo in una lista indefinita di hotel ai quali è stata data la possibilità di mostrare la posizione sulla mappa, ma di offerte e promozioni nemmeno l’ombra.
La domanda è: perchè fare una guida ufficiale della regione, quando già abbiamo un sito per la promozione del territorio? Vogliamo per caso confondere le idee a chi semplicemente vorrebbe prenotare la sua vacanza con un click?

Allontanata la volontà di fare della polemica gratuita, mi rendo conto che su Turismo Sardegna c’è un coupon che permette di richiedere lo sconto del 5 % per l’acquisto di un pacchetto Vacanze in Sardegna. Ottimo! Ma su Visit Sardinia dov’è?

Ma voglio raccontarvi ancora un paio di episodi. Il primo è quello capitato in un ufficio informazioni turistiche di un comune gallurese dove mi imbatto in una graziosa signorina alla quale chiedo: “Posso lasciare i depliant del nostro Turismo Rurale?”
– Lei: “Cos’è?”
– Io: “Un turismo rurale in Gallura a pochi chilometri dal mare…bla, bla, bla”
– Lei: “No, no, cos’è un turismo rurale?”
Passi che la differenza tra un agriturismo e un turismo rurale può essere fuggevole per i non addetti ai lavori, ma se sei al front office di un ufficio informazioni, come rispondi a un turista che ti chiede la differenza tra l’uno e l’altro?

La seconda vicenda mi capita a Rimini. All’epoca studentessa universitaria mi arrangiavo facendo qualche lavoretto nei fine settimana, tra questi hostess per fiere e congressi.
Questa è la situazione: Fiera del turismo – TTI e TTG – mi affidano lo stand della regione Sardegna.
Arriva un distinto signore giapponese che con un perfetto inglese mi confida che deve incontrare uno degli espositori per valutare l’acquisto di alcuni servizi di un hotel di Poltu Quatu.
Nessuno alla scrivania, nessuno che abbia informazioni, nessuno che abbia un numero di telefono per rintracciare il rappresentante di turno. Risultato: il giapponese va via sconsolato!

Visto che il vostro biglietto da visita è la Regione Sardegna, visto che vi state proponendo insieme per la promozione di un unico territorio, fare una bella riunione per conoscersi no? Sembra brutto lasciare ad un hostess un elenco con recapiti telefonici? O pensate che all’interno di un complesso fieristico di 460 mila metri quadri, il signore venuto dal giappone per acquistare prodotti e servizi italiani venga a cercare proprio voi?

Ancora una cosa. Alla prossima riunione di b&b, agriturismi e simili del territorio dove una signora con aria di compassione mi guarda e mi chiede: “Povera, ti stai annoiando?”, giuro che mi alzo e vado via.

Credo nella Sardegna delle spiagge bianche, dei paesaggi infiniti e dei panorami mozzafiato; ma credo anche nella Sardegna di Paolo Fresu e Antonio Marras, di Rossella Urru, di Emanuela Loi e di tante altre persone che amano questo territorio e vorrebbero vederlo crescere nel modo giusto.

Scusate, ma avevo un sassolino nella scarpa!
F.M.

 

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